Perché a volte vivere in Germania è frustrante
Dobbiamo ammetterlo, vivere in Germania a volte è frustrante. Nonostante la vita qui ci piaccia e ci abbia dato un sacco di possibilità, a volte non possiamo fare a meno di pensare come sarebbero le nostre vite in Italia. I due paesi, così vicini, sotto certi aspetti sono molto diversi. Aspetti che a volte rendono la vita in Germania un po’ difficile e alimentano la nostalgia dell’Italia.
Non voglio rendere questo post una lista di pregiudizi. Già nell’articolo I pregiudizi da sfatare su tedeschi ho già nominato dei pregiudizi sui tedeschi che secondo me andavano messi in discussione. Le cose che nominerò non sono verità assolute da applicare a tutti i tedeschi. Sono però delle situazioni ricorrenti che solitamente vengo condivide anche da altri amici stranieri che ho qui in Germania. Prendetelo un po’ come uno sfogo personale.
Mi sono posta la domanda qualche tempo fa, dopo un episodio che mi aveva fatta innervosire non poco. Ho pensato: “Questa è una delle classiche cose che mi ricordano che sono in Germania. Ma perché deve essere così frustrante vivere qui?” Ero arrabbiata e per fortuna non è sempre così, ma a volte lo è. Così ho iniziato a ripensare a diversi episodi, vissuti e raccontati, e ho fatto una bozza di questo articolo. Eccovi il risultato.
Perché a volte vivere in Germania è frustrante?
Inizio da un aspetto molto frustrante: il giudizio altrui è spesso marcato. Non è raro che delle persone che non conosci ti rimproverino se vedono che stai facendo qualcosa che secondo loro non va bene. Ormai ci è capitato diverse volte di assistere a scene di questo tipo. Qui in Germania non mi sorprendo più se qualcuno in metro sta guardando un video con il volume un po’ alto, e dopo un po’ qualcuno gli dice di spegnerlo perché disturba. O se qualcuno tiene i piedi sul sedile del treno e gli altri lo richiamano. Ovviamente non sto dicendo che sia sbagliato, ma trovo che qui le persone si sentano in diritto di dirti che stai sbagliando, mentre in Italia forse si lascerebbe correre.
Una cosa che è capitata a me, ad esempio, è di essere stata rimproverata da un vecchietto perché ho attraversato la strada con il rosso. Questa era la situazione: la strada è larga letteralmente due metri, la zona non è pericolosa e si ha un’ottima vista sui dintorni. Insomma, avevo fretta e per una volta sono passata. Non c’era nessuno, a parte appunto questo vecchietto che mi ha urlato: “Es ist kein gutes Beispiel für die Kinder!”. Non è un buon esempio per i bambini! Ma quali bambini, che non c’era anima viva a parte tu, che ti senti in diritto di giudicarmi e farti i fatti miei. So bene che non si fa, ma magari si può fare una differenza tra delle situazioni.
A volte è più forte di loro secondo me… Vivere in Germania a volte significa sentirsi un po’ sotto sorveglianza, che non è piacevole.
Che i tedeschi siano degli amanti delle regole si sa, non è una novità, anche se pure qui non si può fare di tutta l’erba un fascio. E non è sicuramente da vedere come una cosa negativa: per il funzionamento del paese e tante altre cose è indispensabile, e sarebbe bello che anche in Italia ci fosse più rispetto per le regole. Io da un lato ammiro questa mentalità da “se c’è questa regola c’è un motivo, quindi è giusto seguirla“, perché crea una società onesta. Qui in Germania alcuni giornali vengono venduti in strada, ponendoli in delle scatole con a lato un salvadanaio e la scritta: “Per piacere, pagate onestamente il vostro giornale”. Perché ci si può fidare.
Quello di cui sto parlando io sono delle esagerazioni nel comportamento delle persone a seguire le regole a qualunque costo, anche quando non sono applicabili alla situazione o il risultato che ne deriva è assurdo! Essendo il rispetto delle regole così ferreo, ne va di conseguenza che i tedeschi facciano fatica a essere flessibili e avere buon senso. Se hanno ragione, hanno ragione, punto.
Un esempio? Quante volte abbiamo visto dei ciclisti che, essendo nella pista ciclabile, non frenano di fronte a un pedone che la attraversa senza guardare… Fidatevi, non sto scherzando. Concordo sul fatto che il pedone sia in torto, ma occorre investirlo? Ne siamo stati testimoni più di una volta. E poi si arrabbiano pure: “Ma tu eri nella ciclabile, non potevi!” Ok, e quindi tu non potevi frenare? No, la regola la avrà vinta.
Eccovi cosa è capitato a una persona che conosco quando ha preso un treno suburbano e ha sbagliato a obliterare il biglietto… Ne ha comprato uno che doveva essere obliterato, cosa che lui non ha fatto perché si è confuso con un altro tipo di biglietti, che solitamente hanno la data già stampata. In buona fede, è salito sul treno. Alla penultima fermata è passato il controllore e gli ha fatto una multa, dicendo che il biglietto non era valido. Il controllore avrebbe potuto benissimo timbrare il biglietto e far capire l’errore. Insomma, se hai visto che la persona ha effettivamente comprato il biglietto mezz’ora fa (data d’acquisto presente) e ti dice che si è sbagliato, magari potresti chiudere un occhio.
Magari in altri paesi sarebbe successo, e magari è stato un colpo di sfortuna e il controllore quel giorno era di malumore, ma questo è solo uno dei tanti esempio d’intolleranza nei confronti dell’errore umano.
A volte anche i tuoi amici tedeschi ti rimproverano per quello che fai. A una nostra amica è stato detto che aveva effettuato un furto perché aveva usato il carrello del supermercato per portare a casa (a 500 metri dal negozio) una spesa particolarmente pesante. Quando ha risposto che il carrello ovviamente lo aveva subito riportato al negozio, la sua amica le ha risposto “Questo è comunque rubare”. Ma stiamo scherzando?
Un’altra cosa che trovo fastidiosa è che il popolo tedesco spesso trasmette un senso di superiorità. Questa è una cosa che si inizia a percepire dopo un po’ che si vive in Germania. All’inizio non ci avevo fatto caso, ma dopo qualche anno mi sono resa conto di questa “mania”, e ogni tanto la trovo una cosa pesante. L’ho notato sia all’università che a lavoro, dai commenti che fanno le persone.
Non lo sono solo nei confronti dell’Italia e gli italiani — anche se ovviamente la cosa mi colpisce di più — ma di tutti gli altri. Noi italiani resteremo sempre il paese della mafia, dell’inefficienza e dei ritardatari, mentre tutte le qualità e le cose positive (cibo e vacanze italiane) vengono all’improvviso messe nel dimenticatoio. Frasi del tipo ”Avreste mai detto che in Italia…” o “Qui non siamo mica in Italia” secondo me ne sono un esempio.
L’idea dei tedeschi di essere molto efficienti si respira soprattutto nella vita quotidiana, dove l’impazienza si fa sentire spesso. In Germania si ha spesso l’impressione che tutto debba essere veloce ed efficiente, altrimenti qualcuno inizierà a brontolare. Anche quando la metro ha un ritardo di 5 minuti, si sentirà subito qualcuno sbuffare! Che stress ragazzi! E questo non ha a che fare con la puntualità, che secondo me è un grande cliché, perché anche i tedeschi sono spesso e volentieri ritardatari.
Un altro ottimo esempio migliore che mi viene in mente è la cassa di un supermercato. Se in coda ci sono più di sei persone, è facile che il commesso venga rimproverato o che qualcuno dica ad alta voce: “Neue Kasse aufmachen!” Aprite una nuova cassa! Non è un caso che i commessi in Germania siano delle specie di siluri in cerca di battere il record di passaggio alimenti.
Lo so che il tema è delicato ed è molto difficile esprimersi a riguardo facendo capire il proprio pensiero. Spero di essere stata abbastanza chiara, non aver offeso nessuno e creare una discussione costruttiva qui sotto nei commenti.
Vi è mai capitato di essere in situazioni simili? Avete notato anche voi queste differenze tra Italia e Germania?
Salva questo post su Pinterest 📌
Capisco benissimo la situazione, la possiamo ridurre ad alcuni concetti di base: differente cultura, differente storia, differente ambiente.
Se pensi che l’inno nazionale dice : “La Germania sopra tutto, sola al mondo senza par, …” (da Wikipedia) si capisce che il senso di superiorità è insito nella cultura di quel popolo, e purtroppo ha prodotto nel recente passato i danni che sappiamo.
L’unificazione europea è stata concepita anche per questo motivo: unire anche culturalmente popoli che si sono combattuti a lungo.
Ci vorranno generazioni.
Abbiamo cominciato con l’economia ed abbiamo una moneta comune, continueremo con la lingua, l’inglese sarà la lingua comune tra poche generazioni e poi questo processo continuerà in altri settori, a volte velocemente a volte subirà degli arretramenti ma la direzione mi pare tracciata.
Il ricordo della guerra che ha spinto i primi politici ad iniziare una strada dell’unificazione sarà superato dall’interesse economico, ed anche il popolo tedesco dovrà accettare il fatto che il mondo è più grande di quanto vagheggiato dagli autori del suo inno e che da soli non saranno in grado di primeggiare.
Mi è venuto questo pensiero proprio ieri quando ho visto lo stato di avanzamento dei lavori della gigafactoy di Tesla vicino a Berlino.
Ci pensi? Gli americani vengono a fare macchine innovative in Germania, la patria dell’auto e della meccanica di precisione.
E’ un pessimo segnale per la Germania e per il suo orgoglio.
Ma noi che siamo italiani e tolleranti sappiamo anche accettare i difetti dei tedeschi, e soprattutto i nostri. :-))
Ciao.
Avresti dovuto menzionare il rimprovero di passare la strada col rosso, ma menzionando anche che ci è successo anche all’1a di notte con la strada deserta, ad un’ora in cui i bambini di solito non stanno in giro a guardare te, per poi scriverlo nel diario e provarlo il giorno dopo… 🙂
Ho passato in Germania solo delle brevi vacanze e quindi non posso assolutamente dare un’opinione, certo è che la superiorità tedesca si vede ancora tuttora nel contesto della UE, con la Germania sempre in testa alle decisioni quindi non stento affatto a credere al tuo articolo, che è particolarmente istruttivo fra l’altro.
Nel mio ultimo viaggio in Germania sono rimasta positivamente colpita per le città a misura di famiglia, ma altri aspetti mi hanno lasciato un po’ perplessa. Per esempio se i bambini al ristorante sono impazienti (il servizio tedesco è leeeentissimo e per quel rispetto delle regole di cui parli i bambini aspettano come gli adulti!) i genitori li portano fuori fino a quando non si calmano. Io ero totalmente sconvolta da questa abitudine che mi hanno raccontato i miei amici residenti in Germania. Va bene tutto, pure io odio i bambini che urlano, ma autocacciarsi dal ristorante, magari in pieno inverno, anche no! Altra brutta esperienza, ascensore rotto e bambino con passeggino, controllore o qualche ruolo simile in divisa si è limitato a dirmi che l’ascensore era rotto, ma non ha mosso un dito per aiutarmi con tre rampe di scale perché non era compito suo…
Non ho mai vissuto in Germania ma ci sono stata solo per brevi periodi di vacanza in città molto turistiche come Berlino, Monaco… quindi non conosco appieno questi aspetti culturali che racconti, ma trovo che sia sempre interessanti leggerli per capire meglio una cultura e un paese. L’esempio che hai riportato del pedone e della bicicletta racconta, secondo me, quando siano “pignoli” così come quando si lamentano perché la metro ha un ritardo di pochi minuti.
Credo che sia spiacevole, invece, quando percepisci che gli altri si ritengono superiori, in quelle situazioni almeno per me è difficile reagire ai pregiudizi e lascio correre, anche se forse dovrei essere più risoluta e combattere certi modi di vedere gli italiani che sono obsoleti
Conosco pochissimo la Germania perché ci sono stata solo in un paio di occasioni e per un tempo brevissimo, per cui non ho mai vissuto esperienze come quelle che descrivi. Non deve essere per niente piacevole! Certo, noi qui in Italia siamo dei “professionisti” a trovare il modo di aggirare le regole, ma la mancanza di tolleranza e di flessibilità tedesche le trovo un po’ esagerate 😉
Sebbene convenga sul fatto che molti tedeschi siano affetti dalla sindrome del primo della classe e che etichettino gli italiani sulla base di stereotipi duri a morire, non condivido il tuo giudizio sulla loro supposta intolleranza e mancanza di buon senso. C’è innanzitutto qualcosa di cui noi italiani non conosciamo neanche il significato che si chiama senso civico ,ossia il rispetto del prossimo che deriva dalla consapevolezza di fare parte di una comunità e che la nostra libertà finisce, al di là delle regole formali,dove inizia il diritto dell’altro .Una persona che parla a voce alta soprattutto in luoghi pubblici, per tempi biblici e per motivi non urgenti, è un cafone e chi ha la scalogna di trovarsi nella stessa carrozza non è un intollerante perché glielo fa notare, a meno che non si voglia affermare l’esistenza del diritto ad essere maleducati .Inoltre, la sicurezza dei pedoni , degli autisti e dei ciclisti dipende dal rispetto di regole certe e valide per tutti , il che, per definizione ,esclude la flessibilità : :semaforo rosso ti fermi, semaforo verde attraversi!Ti lamenti dei ciclisti che vedendo il pedone non frenano, ma non menzioni l fatto che quel pedone sta attentando non solo alla sua sicurezza ma anche a quella degli altri perché ritiene il rispetto di quella regola che disciplina la circolazione superflua. Per quanto riguarda coloro che gridano al mafioso appena vedono un italiano eguagliano l’idiozia di coloro che salutano i tedeschi con il saluto romano pensando di essere pure spiritosi.Trattasi in entrambi casi di microcefali dotati di rete neuronale dalla complessità dubbia per i quali non vale la pena spendere tempo ed energia.
Mi è piaciuto molto questo post perchè è bello sentire le esperienze di chi VIVE in un luogo anziché di un turista che è solo di passaggio.
Devo dirti che se in Italia ci fossero un po’ più di senso civico e di rispetto delle regole staremmo tutti molto meglio. Solo che da noi il problema è che se fai notare qualcosa a qualcuno come minimo vieni preso a parolacce (se ti va bene).
Certo, poi l’esagerazione non sta da nessuna parte. Ci vuole un po’ di equilibrio.
Da emigrata in Spagna, trovo sempre interessante confrontarmi con questo tipo di riflessioni. Certamente l’inserimento in una nuova cultura non è mai semplice e, dopo tanti anni, sono giunta alla conclusione che il Paese perfetto dove vivere non esiste. Non riesco però a rassegnarmi a questo senso di frustrazione di cui parli e che, per motivi diversi, ritrovo anche nel vivere in Spagna. Io sarò sempre “la italiana” e il mio rigore e la mia precisione verranno sempre scambiati per pignoleria e ottusità. In alcuni tratti, mi rivedo in certi comportamenti tedeschi che tu sottolinei come se io fossi una tedesca in Spagna. Ci scambiamo per un po’ i ruoli?
mi ritrovo assolutamente in tutto ciò che hai scritto! Non è per nulla facile vivere in Germania!
100% vero. Sono abituato a vedere scene come quelle descritte quasi ogni giorno quando guido, sono sui treni, attraverso una ciclabile a piedi o sono al supermercato.