Orme – Robyn Davidson – Recensione

Orme – Robyn Davidson – Recensione

Il libro che propongo oggi è una storia di un viaggio incredibile. L’impresa in solitaria di una giovane donna che ha attraversato metà Australia con un cane e quattro cammelli non può essere che straordinaria, non trovate? Orme, il libro autobiografico della scrittrice australiana Robyn Davidson, racconta proprio questo. Oggi ve ne propongo una breve recensione.

Buona lettura!

Dettagli

  • Titolo: Orme. Una donna, quattro cammelli e un cane nel deserto australiano
  • Titolo originale: Tracks: One Woman’s Journey Across 1,700 Miles of Australian Outback
  • Autore: Robyn Davidson
  • Pagine: 272

La trama di Orme

Attraversare il deserto in solitaria, eccetto per la compagnia di quattro cammelli e un cane. Questa è l’impresa compiuta da Robyn Davidson nel 1977. Da Alice Spring, nel cuore dell’Australia, fino all’oceano indiano, in nove mesi percorre oltre 2.700 km.

A documentare il suo viaggio c’è Rick Smolan, un fotografo inviato da National Geographic, che la raggiunge regolarmente durante la traversata del deserto australiano. Nonostante l’avversione di Robyn per le fotografie e delle dispute iniziali, i due diventeranno cari amici e impareranno l’uno dall’altra.

Orme – Robyn Davidson – Recensione Libro
Robyn Davidson con i suoi cammelli. Foto di Rick Smolan.

Perché lo consiglio

Nella prima parte del libro si legge di come l’autrice abbia imparato a conoscere i cammelli, ad addestrarli e curarli, vivendo ad Alice Springs, il luogo dal quale partirà per il viaggio. Vive di duro lavoro, dormendo poco e lavorando tanto pur di guadagnare quel che le serve per comprare l’occorrente per il viaggio e mantenersi.

Devo ammettere che questi primi capitoli sono stati un po’ noiosi ma, ripensandoci, è comprensibile. Considerando il fatto che l’autrice ha passato quasi due anni in una piccola cittadina nel cuore della sconfinata Australia ad addestrare cammelli, forse aspettarsi qualcosa di movimentato è esagerato. La lettura è comunque interessante. Leggendo queste pagine si percepisce tutta la fatica, la pazienza e soprattutto la determinazione di questa donna. Ho pensato in continuazione: ma come le è venuto in mente di fare una cosa simile?

Sono sicuramente molto profondi i motivi che hanno spinto Robyn ad attraversare il deserto australiano a piedi, anche se non se ne viene proprio a conoscenza. Di una cosa sono certa: voleva essere lasciata in pace.

Quando inizia la parte del cammino vero e proprio, le cose per me si sono fatte interessanti. Ormai ero proprio curiosa e non ne sono rimasta delusa. Il racconto di Robyn è molto dettagliato e il lettore viene a conoscenza di molti particolari della traversata e dei paesaggi.

Nel libro c’è una fantastica descrizione della routine di viaggio, con tutte le sue dinamiche e problematiche. Dalla lettura delle mappe e la ricerca delle tracce da seguire alla preparazione e la cura dei cammelli. Accampamenti, tè serali, pelle scottata e piedi nudi. Di tutto un po’.

Durante il viaggio Robyn fa diversi incontri: aborigeni, turisti e cammelli selvaggi. Anche se alcuni di questi non sono piacevoli, tutti le insegnano qualcosa. Molte persone la aiutano e si instaurano rapporti autentici. Molto toccante è la sua relazione con i cammelli Dookie, Bub, Zeleika e Goliath, che la accompagnano fino alla fine del viaggio, nonostante le difficoltà. Poi c’è il cane Diggity, la sua migliore amica, sempre al suo fianco.

Il viaggio la trasforma. Robyn si dimentica cosa vuol dire vivere in società e attenersi alle regole — talvolta ridicole — con le quali viviamo. Impara a vivere in un deserto, a riconoscere piante e animali. È impossibile, durante la lettura, non tentare d’immedesimarsi e riflettere sul proprio modo di vivere e su quanto sia importante apprezzare e rispettare la natura che ci circonda.

Libri come questo ispirano, incoraggiano e incantano. Leggere storie come questa, personalmente, mi fanno credere che tutto sia possibile. Ognuno di noi ha un sogno nel cassetto, bisogna solo avere il coraggio e fare il primo passo: aprire il cassetto!

Quando la fine del libro arriva, scorre via velocemente. Così come descritto dall’autrice, che vive le ultime settimane di viaggio già con nostalgia, ma assaporando gli ultimi paesaggi australiani e la compagnia dei suoi quattro cammelli. E a noi lettori non resta che sognare.

All around me was magnificence. Light, power, space and sun. And I was walking into it. I was going to let it make me or break me. A great weight lifted off my back. I felt like dancing and calling to the great spirit.

Mountains pulled and pushed, wind roared down chasms. I followed eagles suspended from cloud horizons. I wanted to fly in the unlimited blue of the morning. I was seeing it all as if for the first time, all fresh and bathed in an effulgence of light and joy, as if a smoke had cleared, or my eyes been peeled, so that I wanted to shout to the vastness, “I love you. I love you, sky, bird, wind, precipice, space, sun, desert desert desert.”


📚 Vi piace leggere e siete sempre in cerca di nuove ispirazioni per partire o viaggiare con la mente? Nella categoria Libri di viaggio trovate una raccolta di recensioni.


1 thought on “Orme – Robyn Davidson – Recensione”

  • Incredibile questa storia. Chissa per quali motivi ha intrapreso questo viaggio, che peraltro deve essere molto noioso nel mezzo del vuoto che è il deserto australiano….

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