Gran Canaria in bicicletta – Itinerario di 5 giorni
Gran Canaria è molto amata dagli amanti del trekking e del ciclismo. Immergersi tra i suoi barranchi e conquistando i suoi numerosi tornanti pedalata dopo pedalata ci ha permesso di scoprirla lentamente e apprezzare appieno i suoi paesaggi. Avendo una settimana a disposizione, abbiamo deciso di esplorare l’isola in bicicletta in un itinerario di cinque giorni.
L’isola è una delle sette dell’arcipelago Canario, la terza per grandezza e seconda per popolosità. Grazie alla sua varietà paesaggistica e climatica, viene chiamata anche “continente in miniatura”.
In questo articolo condividiamo con voi il nostro itinerario e una descrizione delle nostre tappe.
Quando andare a Gran Canaria per cicloturismo?
Il periodo migliore per il cicloturismo a Gran Canaria è da novembre a marzo, così da evitare il calore estivo. Noi ci siamo stati a metà novembre e durante il giorno è sempre stato piacevolmente caldo, anche se di sera e notte può diventare più fresco.
Dove noleggiare biciclette da touring a Gran Canaria?
Abbiamo noleggiato le biciclette per il nostro viaggio a Maspalomas, da Bike 10Mil. Questo è uno dei pochi negozi che abbiamo trovato con il noleggio di biciclette da touring dotate di portapacchi. Anche se le bici non erano nelle condizioni migliori, sono state sufficienti per il giro, inoltre i prezzi sono economici e il personale molto gentile e simpatico.
Il nostro giro ad anello di 5 giorni in bicicletta a Gran Canaria
Il nostro itinerario in bicicletta di cinque giorni è un giro ad anello che ha come punto di partenza e arrivo Maspalomas. Data la grandezza dell’isola, abbiamo deciso di creare un itinerario su misura in base alle nostre capacità fisiche, ma anche in base agli alloggi economici disponibili a novembre (non molti).
Il percorso si concentra sulla parte occidentale di Gran Canaria, andando a coprire sia le selvagge zone costiere a nordovest, che l’interno, con i suoi picchi caratteristici. Abbiamo invece tralasciato la costa orientale, più piatta e priva di attrazioni, oltre che per la carenza di strade adatte alle biciclette.
Nella mappa sottostante trovate l’itinerario completo con le cinque tracce contrassegnate da colori diversi.
Iniziamo la prima tappa costeggiando la costa da Maspalomas (dove abbiamo trascorso la notte) fino a Puertode Mogán. La strada è abbastanza trafficata e passa attraverso i numerosi complessi turistici costieri. Dopo circa 30 chilometri raggiungiamo la cittadina portuale e balneare di Puerto de Mogán, conosciuta per la sua spiaggia, il centro turistico dalle case caratteristiche, i canali e i tanti fiori colorati.
Dopo una pausa e una piccola visita del posto, proseguiamo per l’entroterra. Percorriamo la strada che sale lungo la valle fino a raggiungere Mogán, purtroppo particolarmente trafficata e stretta. Dopo aver superato il paesino, saliamo fino al Mirador de Veneguera. Da questo punto panoramico si vede da una parte il Barranco de Mogán, che abbiamo appena percorso, e dall’altra la salita che ancora ci attende, sopra il paese di Veneguera.
Dopo un po’ di discesa si ricomincia a salire, fino ad arrivare a un tornante in fondo a una valle, un luogo molto suggestivo chiamato Los Azulejos De Veneguera. Sopra la strada che taglia la montagna si trovano delle rocce dalle incredibili sfumature che vanno dal rosso al giallo, dall’azzurro al verde mare.
Le rocce hanno queste sfumature azzurre e verdastre grazie alla presenza d’idrato di ferro, mentre l’ossido di ferro causa il rosso e lo zolfo il giallo. Il nome “Azulejos” deriva dalle piastrelle blu della penisola iberica.
Proseguendo il percorso, ci mancano ancora alcuni chilometri di salita per giungere al punto più alto del giro: il Mirador de San Nicolás, da cui si gode di una magnifica vista sulla valle seguente e sulla nostra meta del giorno.
Panorama al Mirador de San Nicolás
Dal passo ci aspetta un ultimo tratto di discesa, che ci riporta quasi al livello del mare.
Tre chilometri prima di raggiungere la meta, facciamo una pausa per visitare la Cactualdea, il giardino botanico a tema cactus più grande d’Europa. Il parco fu aperto nel 1995 per le ottime condizioni climatiche che si trovano a Gran Canaria, molto adatte alla coltivazione di piante grasse e succulente. Qui passeggiamo tra oltre mille specie di bellissimi cactus e ci godiamo il sole dopo la biciclettata fatta.
Arriviamo infine a La Aldea de San Nicolás.
■ 2. tappa: La Aldea de San Nicolás – Agaete
Distanza totale: 52 km
Altitudine partenza: 340 m
Altitudine massima: 568 m
Dislivello cumulativo: 1.305 m
La seconda tappa è particolarmente panoramica e si svolge sulla costa nordovest dell’isola. Questa parte di costa è molto scoscesa e frastagliata e offre meravigliosi scorci sull’oceano.
Da La Aldea de San Nicolás facciamo una piccola deviazione e raggiungiamo la spiaggia Playa de San Nicolás con il suo piccolo porticciolo. Da qui ci dirigiamo verso l’entroterra. Per evitare la statale trafficata (GC-2), optiamo per una percorso alternativo. Ci attende una strada sterrata, a tratti quasi sabbiosa e difficile da percorrere, che sale lungo il pendio della montagna.
Questa strada si unisce più avanti alla panoramica GC-200, che percorreremo per tutto il resto della tappa. La salita è costante, ma ci si può distrarre con il panorama. Particolarmente bella è la vista dal Mirador del Balcón, da dove si può ammirare la costa con tre cime piramidali spettacolari da una pedana di vetro a sbalzo sullo strapiombo. Sotto di noi ci sono 350 metri di vuoto e le onde che si infrangono sugli scogli.
Panorama dal Mirador del Balcón
Continuando per la strada si giunge al punto in cui la strada scollina e passa sul lato del mare a circa 560 m di quota. In questo punto, ci arrestiamo a causa di un cancello che sbarra la strada: scopriamo così che la strada è chiusa da anni a causa della nuova galleria sulla statale. Evidentemente le autorità locali hanno deciso di non mantenere più questo tratto molto franoso di GC-200. Per i poveri ciclisti rimane quindi solo l’opzione di arrivare ad Agaete da La Aldea de San Nicolás passando per l’interno sulla GC-210.
Tuttavia noi ci ritroviamo qui ormai a mattina avanzata con già più di 600 metri di dislivello sulle gambe. Deviare sulla GC-210 per noi significherebbe tornare a livello del mare e fare più di 1.500 m di dislivello addizionali. Per questo motivo decidiamo di tentare la sorte. Dopo aver passato il cancello (facilmente aggirabile), proseguiamo sulla GC-200 piena di arbusti che crescono tra le fessure dell’asfalto e sassi. Giungiamo fino al punto in cui una frana e le reti di protezione crollate sbarrano la strada, qui, spingiamo le biciclette tra le macerie e riusciamo a passare.
Il panorama dalla GC-200
Giunti al cancello dal lato opposto, scendiamo per una strada ripidissima, fino al paesino di El Risco e da qui facciamo una breve camminata per il Charco Azul. All’improvviso ci ritroviamo in mezzo a dell’alta erba verde leggermente mossa dal vento. Seguiamo il sentiero e dopo una mezz’oretta arriviamo a un laghetto rotondo con una bella cascata. La meta è piuttosto conosciuta e ci sono sia locali che vanno a fare un picnic, che turisti.
Da El Risco, ripartiamo rimanendo sempre sulla GC-200, da qui in poi trafficata siccome le gallerie per la GC-2 non sono ancora state completate, ma accettabile. La strada, sempre molto esposta sull’oceano, ci porta, dopo diverse curve, salite e discese, alla nostra meta: Agaete.
Non ancora stremati dalla tappa decidiamo di concederci, dopo aver depositato i bagagli in hotel, altri 200 metri di dislivello nel Barranco di Agaete, fino al paesino di San Pedro. Il paesaggio di questa valle è molto rigoglioso.
In picchiata verso Agaete
In picchiata verso Agaete
In picchiata verso Agaete
Nel Barranco di Agaete
Nel Barranco di Agaete
Nel Barranco di Agaete
■ 3. tappa: Agaete – Teror
Distanza totale: 58 km
Altitudine partenza: 43 m
Altitudine massima: 648 m
Dislivello cumulativo: 1.540 m
Partiamo per la nostra terza giornata di bicicletta lasciandoci Agaete alle spalle e decidiamo di non fare la strada diretta per Gáldar, ma di deviare un po’ verso la penisoletta a nordovest dell’isola. Qui troviamo un paesaggio spoglio, dove il vento si fa sentire parecchio. Pedaliamo sotto l’ombra di enormi pale eoliche e immensi bananeti.
Tra pale eoliche e bananeti
Una volta a Gáldar visitiamo il centro piccolo ma carino e poi la famosa Cueva Pintada de Galdar, un museo che mostra le testimonianze artistiche più importanti delle Isole Canarie prima della colonizzazione europea.
Da Gáldar, proseguiamo sulla GC-291. A Cuesta de Silva, godiamo di una fantastica vista sulla costa Nord di Gran Canaria. Il giorno è ventoso e le onde si rompono sulla costa con grandi flutti biancastri per chilometri e chilometri. La strada scende passando davanti al Cenobio de Valerón, ma non ci fermiamo perché abbiamo ancora molti chilometri da percorrere.
La costa Nord di Gran Canaria
Arrivati a livello del mare ci concediamo una pausa al El Roque prima della salita. Da qui ci attende solo salita fino a Teror. Imbocchiamo quindi la GC-75. C’è abbastanza traffico, ma come sempre alle Canarie la gente è paziente.
Dopo diversi tornanti, a circa 350 metri di quota, giriamo sula GC-350, una simpatica strada con i parapetti di cemento bianchi che attraversa un barranco per arrivare a Buenlugar. Anche se da questo paese è davvero un “buen lugar”, ci facciamo forza perché ormai manca poco alla prossima pausa.
A Firgas ci fermiamo a rifocillarci e visitare il centro storico. Qui si trovano due scalinate particolari. La prima si chiama Paseo de Gran Canariaè famosa per le sue fontane, gli stemmi rappresentanti i comuni dell’isola e le bellissime panchine colorate. La seconda, Pasea de Canarias, ospita invece dei bassorilievi di tutte le isole dell’arcipelago Canario. Vicino alla piazza principale si trova una terrazza panoramica con una bellissima vista.
Da Firgas, continuiamo a salire fino alla nostra meta della giornata, Teror. Questa cittadina è una delle più antiche di Gran Canaria. Ci è piaciuto il suo centro storico alquanto pittoresco, che abbiamo visitato sia di sera, che la mattina dopo alla luce del sole. Le casette bianche e colorate sono particolari per i balconi di legno. Nella piazza principale si trova la maestosa basilica di Nuestra Señora del Pino. Di fronte all’edificio si trova un alto pino, che dà il nome alla chiesta ed è rappresentato sullo stemma comunale.
Fontana Commemorativa di Firgas
Fontana Commemorativa di Firgas
Fontana Commemorativa di Firgas
Il centro di Teror
Il centro di Teror
Il centro di Teror
■ 4. tappa: Teror – San Bartolomé de Tirajana
Distanza totale: 57 km
Altitudine partenza: 543 m
Altitudine massima: 1.951 m
Dislivello cumulativo: 1.795 m
La tappa di oggi è quella con il dislivello cumulativo maggiore ed è quasi sempre in salita. Da Teror, la strada inizia con dei tornanti relativamente constanti. Il primo paese che si attraversa è Valleseco. Qui siamo molto stupiti nel vedere patate crescere rigogliosamente a novembre. Il paesaggio è rigoglioso e verdeggiante, ricco di piante. Si passa per diverse piccole frazioni, fino al paesino di Lanzarote (che non centra nulla con l’isola), dove ci fermiamo a gustare il panorama al Mirador Miguel de Unamuno.
Panorama dal Mirador Miguel de Unamuno
Da qui non troviamo più nessun altro paese, ma un paesaggio sempre più panoramico. Al prossimo bivio che troviamo, giriamo a sinistra, così da evitare la strada più lunga e arrivare direttamente a Cruz de Tejeda. Da qui si può vedere il panorama su entrambi i lati dell’isola, siccome ci si trova a cavallo di un passo.
Per il nostro itinerario, continuiamo a salire lungo la GC-150. Una piccola pausa al Mirador Degollada de Becerra è obbligatoria, essendo uno dei punti panoramici più rinomati dell’isola. Da qui si possono ammirare il Roque Bentayga (1.414 m), al centro, e in lontananza, la silhouette del Roque Nublo (1.811 m).
Da qui proseguiamo fino a raggiungere un bivio, al quale seguiamo il cartello che indica Pico de Las Nieves. In questi ultimi chilometri di salita, la strada si snoda tra un’ombrosa pineta, che ci regala un po’ di frescura. Finalmente arriviamo alla cima di Pico de Las Nieves, che con un’altitudine di 1.949 m è il punto più alto di Gran Canaria. Quassù si trova il Mirador del Pico de los Pozos de las Nieves, con una visuale a tutto tondo sull’isola.
Panorama su Roque Nublo da Pico de Las Nieves
Dal Pico de Las Nieves ci mancano ancora parecchi chilometri, ma questa volta fortunatamente si tratta di discesa. Ripercorriamo lo stesso tratto di strada fino a raggiungere il bivio sopracitato, qui giriamo a sinistra.
Continuiamo a scendere fino a raggiungere una delle attrazioni naturali più famose dell’isola, il già nominato Roque Nublo. Questa enorme roccia vulcanica è alta 67 m ed è imperdibile durante un viaggio a Gran Canaria. Qui parcheggiamo le biciclette e facciamo il breve trekking per arrivarci. Il sentiero è facile e ben segnato, c’è anche la possibilità di fare un anello intorno alla roccia, così da allungare un po’ la camminata.
Il tratto di strada successivo ci fa percorrere in picchiata bellissimi tornanti, tra paesaggi quasi preistorici, pilastri di rocce rossastre e piante rigogliose. Giunti ad Ayacata proseguiamo verso sinistra, su una strada mal asfaltata e circa pianeggiante fino ad arrivare, ormai al tramonto, a San Bartolomé de Tirajana.
■ 5. tappa: San Bartolomé de Tirajana – Maspalomas
Distanza totale: 53 km
Altitudine partenza: 1.900 m
Altitudine massima: 929 m
Dislivello cumulativo: 383 m
L’ultima tappa è stata decisamente meno faticosa e più corta rispetto alle altre. Da San Bartolomé de Tirajana ci aspetta una piacevole discesa, con solo qualche tratto di salita, fino a tornare al livello del mare.
Da San Bartolomé ci sono due alternative per il ritorno: la prima è andare verso Santa Lucía de Tirajana e scendere per l’omonimo Barranco. L’altra è salire sulla forcella e scendere fino a Fataga, continuando poi per quella valle.
Scegliendo la prima opzione, prendiamo la strada verso sinistra poco dopo San Bartolomé. Pedaliamo tra un paesaggio diverso da quelli visti finora: un misto tra un canyon e una rigogliosa vegetazione. I paesini che superiamo sono idilliaci e colorati.
Tra paesaggi preistorici
Dopo Santa Lucía, la valle continua e si fa sempre più arida, e sembra uscita da un film western. Circa a metà della valle la strada si fa molto tortuosa e si può ammirare la Fortaleza, un colle roccioso molto particolare che divide la valle a meta.
Arrivati a Sardina, siamo di nuovo a livello del mare. Per l’ultimo tratto di strada, purtroppo, non abbiamo altra scelta che percorrere la trafficata e poco affascinante GC-500.
La costa sudest è infatti priva di una ciclabile, e non offre ai ciclisti altre alternative. Più ci si avvicina a Maspalomas, più i complessi di hotel si fanno fitti, finché non si entra nel caos di rotonde. Decidiamo di scendere e proseguire a piedi lungo la passeggiata rialzata sul lungomare e terminare così i nostri cinque giorni di cicloturismo.
Vista sul Playa del Inglés
Trascorriamo il resto della giornata nella piscina del nostro alloggio e facendo una visita alle dune nel tardo pomeriggio, fino al tramonto. Le dune di Maspalomas sono un’area protetta che si estende per circa quattro chilometri quadrati. Sono una Riserva Nazionale Speciale dal 1994, e da allora sono soggette a interventi di conservazione per preservarne gli ecosistemi. Nuovamente ci meravigliamo della varietà paesaggistica di Gran Canaria.
Le dune baciate dagli ultimi raggi di sole
La nostra conclusione
Muoversi in bicicletta è stato comodo, e le condizioni delle strade sono generalmente buone. Tuttavia, bisogna prestare attenzione perché alcuni tratti sono mal segnati e ci siamo ritrovati un paio di volte di fronte a strade sbarrate che ci hanno costretto a deviazioni (come capitato nel secondo giorno). Le autorità locali non sembrano molto interessate al cicloturismo.
Un lato molto positivo è il rispetto che hanno gli isolani nei confronti dei ciclisti. Nelle strade più strette e prima di curve e tornanti, le macchine hanno pazientemente aspettato, senza provare sorpassi arditi o pericolosi. Inoltre spesso suonano il clacson per avvisarti prima di sorpassare, o semplicemente per salutarti.
In totale abbiamo percorso circa 300 km, con un dislivello cumulativo di circa 6.400 m. Ogni giorno ci ha riservato delle sorprese e regalato momenti indimenticabili. Abbiamo apprezzato appieno i paesaggi dell’isola, mai noiosi, che ci siamo guadagnati pedalata dopo pedalata.
Consigliamo questo itinerario a tutti gli amanti della bicicletta e della natura. Se vi piacciono le sfide e le vacanze alternative, Gran Canaria in bicicletta è quel che fa per voi!
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1 thought on “Gran Canaria in bicicletta – Itinerario di 5 giorni”
Le strade sembrano perfette, tutto asfalto nuovo. Bello.
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Le strade sembrano perfette, tutto asfalto nuovo. Bello.