Dalla nebbia alle nuvole – Bernardo Moranduzzo – Recensione
Avete mai immaginato di attraversare il mondo in bicicletta? A volte si dicono cose del genere, per scherzo. Alcuni invece, come Bernardo e Marcella, lo dicono e poi lo fanno davvero!
Il libro che vi presento oggi si intitola Dalla nebbia alle nuvole e parla di un incredibile viaggio in bicicletta che porta dall’Italia alla lontanissima Cina. L’autore Bernardo Moranduzzo decide di raccontare la storia del viaggio intrapreso insieme alla sua compagna di viaggio Marcella Stermieri avvalendosi dell’aiuto di due alter ego: Riccardo e Tina.
In questo articolo ne trovate la trama e una mia recensione. Buona lettura!
Dettagli
- Titolo: Dalla nebbia alle nuvole. In bici verso il Tibet
- Autore: Bernardo Moranduzzo
- Prima edizione italiana: 2013
- Pagine: 191
La trama di Dalla nebbia alle nuvole
Tra fango e polvere, sotto sole e pioggia, Riccardo e Tina percorrono con due biciclette — e molta determinazione — i chilometri che li separano dal nord Italia al Tibet. Dopo un anno di preparazione e letture varie, impazienza ed entusiasmo, partono, nell’ottobre del 2009.
Percorrendo l’Italia fino al suo tacco, passando per l’Albania, la Grecia e la Turchia, si addentrano poi in Iran e nelle distese dell’Asia centrale. Qui superano i confini del Turkmenistan, l’Uzbekistan, il Tajikistan e il Kirghizistan. Entrano infine in Cina, inoltrandosi per altre migliaia di chilometri nel continente asiatico…
A volte si concedono o sono costretti a fare delle pause, altre volte hanno i giorni contati. Non sempre i visti sono dalla parte del viaggiatore, ad Ankara devono aspettare un mese per risolvere le questioni burocratiche prima di continuare a pedalare.
Nonostante le difficoltà e gli imprevisti, la coppia non si lascia scoraggiare e riesce a raggiungere Chengdu, dopo un anno e 13.923 km.
Fotografie di Bernardo Moranduzzo e Marcella Stermieri dal loro sito dallanebbiallenuvole.net
Perché lo consiglio
Quando ho sentito parlare di questo libro ho subito voluto leggerlo. Una coppia che prende due bici e parte per la Cina dalla porta di casa propria? Sicuramente una storia fuori dal comune e che richiede molto coraggio e complicità.
Dalla nebbia alle nuvole non è pretenzioso, ma è il racconto sincero di una storia narrata da amico ad amico. Sono rimasta molto affascinata da questo viaggio e da come è stato affrontato, in un modo che mi risulta familiare e personalmente condivido.
Tante sono le cose che mi hanno colpita. Come l’esasperante burocrazia da affrontare per attraversare i paesi dall’Iran in poi. Gli incontri con le persone del luogo che li invitavano a mangiare o dormire a casa loro. E la condivisione del viaggio con altri viaggiatori, anche loro in giro da mesi o addirittura anni.
Anche le avversità meteorologiche e climatiche che hanno affrontato non sono da poco. Ce ne vuole di forza — fisica e di volontà — per sottoporsi ogni singolo giorno alle intemperie o al caldo soffocante, al dover pensare a cibo e acqua, dove piantare la tenda e orientarsi. Tutto questo tra stimoli e differenze culturali e linguistiche non da poco.
Tante sono le domande che mi sono posta durante la lettura. Se devo fare una critica al libro, è la mancanza di dettagli tecnici. Mi sarebbe interessato molto saperne di più sulla preparazione, la scelta e il costo dell’attrezzatura, il peso delle borse, la tenda. E poi naturalmente i prezzi in generale, o informazioni sui percorsi scelti, mappe, GPS. Ma questo non era l’intento del libro. Il libro ricorda molto lo stile di un diario di viaggio, dove si scrivono emozioni e aneddoti. E poi non forse a tutti interessa leggere di queste cose.
Comunque sia, dettagli tecnici o meno, il libro dà sicuramente tantissimi spunti di riflessione e stimola il lettore a immaginare diverse dinamiche di viaggio. Quello che mi sono chiesta in continuazione è: “Io cosa avrei fatto in quella situazione?”
Vi consiglio Dalla nebbia alle nuvole se anche a voi piacciono le avventure, quelle vere. Se anche a voi piace mettervi in gioco e sognate di esplorare posti lontani.
Nel mio cuore brucia la voglia d’intraprendere un’impresa simile. E voi avreste il coraggio di partire per un’avventura pazza come questa? Dove andreste?
Anche questa volta vi saluto con una citazione. Al prossimo libro e buone pedalate!
Riccardo era in paranoia da direzione: “Abbiamo i giorni contati, non possiamo sbagliare strada, non deve succedere”. Impazzito, fermava le poche macchine che incontravano. Chiedeva a ripetizione perché non c’erano scritte o indicazioni, solo un pezzo di asfalto lurido e sconnesso attaccato alla polvere del deserto.
Trovarono il primo posto di blocco. Un camionista iraniano alla frontiera li aveva avvertiti: “Non potete fare quella strada!”. Invece i militari si limitarono a controllare i passaporti. Il comandante era un ragazzo giovane e mite: “Sedetevi mentre aspettate che controlliamo i vostri documenti. Avete fame, immagino”.
Una shorpa comparve sopra quel tavolo polveroso. Tina storceva il naso nel masticare quella carne grassa e stopposa. Riccardo apriva e chiudeva il suo minuscolo dizionario di russo nel tentativo di comunicare con il comandante.
📚 Vi piace leggere e siete sempre in cerca di nuove ispirazioni per partire o viaggiare con la mente? Nella categoria Libri di viaggio trovate una raccolta di recensioni.
Siamo andati alla presentazione del libro, qualche anno fa.
I due ragazzi sono molto simpatici, hanno proiettato molte foto, tutti i presenti hanno fatto domande.
E’ stata una bella serata, è li che abbiamo preso il libro.
Le bici usate erano delle bici semplici di ferro, mi pare.
Ricordo che dissero di aver bucato tantissime volte, finché, quando erano in Turchia in attesa di visti, si fecero mandare dei copertoni nuovi a prova di foratura anche se pesanti; da allora non hanno più forato.
Erano degli Schwalbe Maraton Plus, se non ricordo male.
Comunque per cominciare basta un viaggio più corto nella comoda Europa, perché non torni a casa in bici? 🙂
Brava.
Ciao
Immagino debba essere stato molto interessante!
Comunque il ritorno a casa in bici è già pianificato, vediamo se riusciamo a realizzare il piano 🙂
Ricordo anche i vari incontri che fecero, in particolare con una giovane famiglia del nord Europa che stava girando il continente a piedi, spingendo un carretto.
Sul carro c’erano i filgi che dormivano in mezzo alle masserizzie.
Il piccolo carro pareva uno di quelli della conquista del West.
Solo che a tirarlo erano i genitori dei bambini invece dei cavalli.
Una cosa incredibile, una specie di camper ante litteram.
Che gente strana ma affascinante, immagina di portare in giro per il mondo dei bambini piccoli dentro ad un carro coperto con un telo e spinto a mano…
Ciao.
Si, degli incontri incredibili. Ciao!
Una storia davvero curiosa ed emozionante. Hai saputo recensire benissimo il libro… Infatti nel pomeriggio uscirò a comprarlo perché ho proprio bisogno di partire, almeno con la mente, per un’avventura come questa <3
Wow, grazie mille per il bel commento! Mi fa piacere di averti incuriosita a tal punto 🙂 Quando lo avrai letto, fammi sapere cosa ne pensi!