Metà di un sole giallo – Chimamanda Ngozi Adichie – Recensione
Ho letto questo libro già due volte ed entrambe mi hanno lasciata in un vortice di emozioni e con un nodo alla gola. Sto parlando di Metà di un sole giallo, della scrittrice nigeriana Chimamanda Ngozi Adichie. Era da tanto che volevo farlo, e oggi finalmente vi propongo la mia breve recensione.
C. N. Adichie è una scrittrice nigeriana ma vive tra Nigeria e Stati Uniti, dove ha studiato. Le sue opere le hanno fatto ricevere numerosi riconoscimenti a livello internazionale e sono un grande esempio di letteratura africana. Questo suo libro ha anche degli aspetti autobiografici. Parte del racconto è ambientato a Nsukka, dove la scrittrice è cresciuta in una famiglia di etnia igbo.
Sono molto contenta di presentarvi questo libro e consigliarvelo. Buona lettura!
Dettagli
- Titolo: Metà di un sole giallo
- Titolo originale: Half of a Yellow Sun
- Autore: Chimamanda Ngozi Adichie
- Prima edizione italiana: 2008
- Pagine: 456
La trama di Metà di un sole giallo
Nigeria, anni ’60. Quando Ugwu inizia a lavorare come domestico per il professore universitario Odenigbo la sua vita si riempie di novità. Prima gli elettrodomestici, i libri e le serate intellettuali, poi anche Olanna. Lei è bellissima e gli incute un certo timore, prima di affezionarvici. Quando va a vivere insieme al suo professore la vita cambia anche per lei, sia prima che dopo l’arrivo di Baby. Kainene è ben diversa dalla sua gemella Olanna. Ha una personalità forte e riempie le sue frasi di sarcasmo, a volte scherno. Richard non avrebbe mai pensato che potesse diventare sua, lui così insicuro e pacato.
Quando scoppia la guerra civile, sono tutti costretti ad abbandonare le loro case, evacuare dalla città e fuggire, spostandosi diverse volte sempre più a sud, per allontanarsi dal fronte. Tutti vivranno sulla loro pelle il sapore della guerra, della fame e della disperazione. E mentre gli orrori della guerra le sconvolgono, le loro vite continuano a riempirsi di emozioni, rabbia e speranza.
Tra un intreccio di personalità diverse, Ugwu, Olanna e Richard saranno gli occhi che narreranno, alternandosi, gli avvenimenti delle loro vite.
Perché lo consiglio
Sono tanti i motivi per cui consiglio di leggere Metà di un sole giallo, un racconto avvincente e drammatico che è un turbinio di stati d’animo e semplicemente non può non emozionare.
La storia viene raccontata sfruttando il punto di vista di tre persone diverse, il che rende il racconto più dinamico, ricco di sfumature e modi di affrontare la vita. Ho apprezzato molti i dettagli sul loro carattere e i dialoghi che si scambiano. Come in un film, ci si sente coinvolti, quasi come a fare parte della storia. Non mancano ironia e una punta di erotismo.
Il libro non è soltanto coinvolgente, ma fa viaggiare con l’immaginazione. Leggendo mi sono spesso chiesta che sapore avessero il cibo e le bevande nominati nel libro: la noce di cola, il vino di palma e il garri (termine che descrive alimenti come la farina o cereali in polvere che vengono poi mischiati con l’acqua e cucinati). Ho provato a immaginare donne nigeriane acconciarsi i capelli e indossare l’obi akwa. Ho anche scoperto la musica highlife — la preferita di Olanna — un genere musicale molto popolare tra gli igbo nigeriani negli anni ’60. Ascoltare qualche canzone trovata su internet mi ha trasportata in Nigeria con la mente.
Ho trovato anche estremamente interessante documentarmi su una vicenda storica piuttosto recente tramite un racconto. La parte più drammatica del libro è infatti quella che descrive la guerra civile nigeriana, che ha luogo tra il 1967 e il 1976. Fu in questo periodo che le province a sudest della Nigeria tentano una secessione e si autoproclamano “Repubblica del Biafra” — per questo si parla anche di “guerra del Biafra”. Questa parte del libro descrive senza filtri la violenza e gli orrori della guerra, la povertà e la disperazione, e mi ha colpita profondamente.
Vi lascio con una citazione che spero riesca a trasmettervi lo stile di questo libro. Spero di avervi convinto a leggere Metà di un sole giallo, fatemi sapere nei commenti se vi ispira, e, se lo avete letto, cosa ne pensate!
Il mattino seguente, andando a scuola, Olanna non attraversò la piazza di corsa. La prudenza era diventata fiacca e senza senso per lei. Avanzava a passo deciso e di tanto in tanto alzava gli occhi al cielo per controllare se si vedevano bombardieri, perché in tal caso li avrebbe presi a sassate e male parole. In classe c’era più o meno un quarto della scolaresca. Insegnò loro com’era fatta la bandiera del Biafra. I bambini erano seduti sulle panche di legno e il pallido sole del mattino entrava dal tetto sfondato mentre lei dispiegava la bandiera di Odenigbo e illustrava il significato di ogni simbolo. Rosso era il sangue dei fratelli assassinati nel Nord; nero era il lutto per la loro morte; verde, il colore della prosperità a venire del Biafra e, infine, la metà di un sole giallo indicava la gloria futura del paese.
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Ho letto il libro su consiglio di Maria. L’ho trovato interessante sia perché racconta di una guerra poco conosciuta sia perché l’autrice è africana. Finalmente cominciano a farsi sentire voci e ad emergere scrittori e scrittrici che provengono da questo continente ancora discriminato!