Trekking di 2 giorni sul Teide per vedere l’alba
Se c’è una cosa da visitare a Tenerife, questa è sicuramente il vulcano Teide, che per noi è stato un punto saliente della nostra vacanza di una settimana a Tenerife. In questo articolo descriviamo il trekking di due giorni che abbiamo intrapreso su questo vulcano, che ci ha permesso di vedere le molte facce di questa montagna.
Alla scoperta del Teide
Alto 3.718 m e distante solo pochi chilometri dalla costa, il Teide è la cosa più spettacolare che si trova a Tenerife. Il suo cratere è il punto più alto delle Canarie e dell’intera Spagna ed è uno dei vulcani più alti del mondo, se misurato dalla sua base sul fondale oceanico. Dal fondale alla cima ci sono ben 7.500 m di differenza, fatto che rende questo vulcano il terzo più alto al mondo, secondo solo ai vulcani hawaiani.
Il Teide è uno strato-vulcano. Questo significa che è uno dei vulcani che possono esplodere in modo molto violento e, data la sua vicinanza a zone densamente popolate, è inserito nella lista dei vulcani più pericolosi del mondo.
Il picco vero e proprio di questo vulcano è un ripido cono collocato all’interno dell’esteso cratere de Las Cañadas, che si trova a sua volta a circa 2.000 e 2.100 m di quota ed è circondato da una cresta con molti picchi attorno ai 2.500 m. Vicino al picco del Teide si trova anche il Pico Viejo (Picco Vecchio), che è un altro cratere vulcanico alto 3.200 m. Vicino al Pico Viejo si trovano le cosiddette Narices del Teide (Narici del Teide), che sono ulteriori crateri vulcanici.
L’intera orografia della zona si mostra, anche a occhi non esperti, come decisamente vulcanica. Il cratere de Las Cañadas è difatti parzialmente riempito da colate laviche di diversi colori dovuti alle diverse età delle colate. Vi si trovano inoltre detriti vulcanici che vanno da distese di rocce brulle e aguzze — chiaramente lava solidificata — a zone ricoperte da ciottoli di pomice leggerissima.
Tutte queste particolarità, unite al fatto che il Teide ospita alcune specie esclusive della zona, fanno si che il Parco Nazionale del Teide sia una delle maggiori attrazioni della Spagna, accogliendo attorno ai 4 milioni di visitatori all’anno. Il parco rientra inoltre tra i patrimoni dell’UNESCO.
Il permesso per arrivare in cima al Teide
Il Teide è una meta molto popolare e il picco è attrezzato con una funicolare che porta i visitatori fino a 3.500 m di quota. Data la particolarità del luogo, lo stato protetto dell’area e la facilità di accesso, è necessario munirsi di un permesso per visitare il picco della montagna. Questo permette alla gestione del parco nazionale di controllare e limitare il numero di visitatoti e quindi di preservare l’area.
Il permesso è gratuito e si può prenotare online sul sito: reservasparquesnacionales.es
È consigliabile prenotare con abbastanza anticipo, altrimenti si rischia di non trovare posto per la data desiderata.
È anche possibile visitare il Teide senza permesso salendo a piedi prima delle 9 di mattina, dato che il numero di persone che salgono a piedi è molto più limitato di quelli che salgono in funicolare. Alcune persone scelgono d’intraprendere la salita completamente in notturna. Altre invece salgono di giorno, pernottano al Rifugio Altavista, che si trova a 3.260 m, e completano l’ultimo tratto prima dell’alba.
Noi abbiamo deciso di dedicare due giornate intere al parco del Teide, optando per un giro un po’ estremo. Siamo saliti facendo un ampio giro nella caldera de Las Cañadas e nei dintorni. Abbiamo poi pernottato al rifugio e siamo scesi dall’altro versante. Nella prossima parte di questo articolo trovate il nostro percorso.
Informazioni utili sul trekking di 2 giorni nel Parco nazionale del Teide
Il primo giorno siamo partiti dall’esterno della caldera, nella bellissima area di sosta sotto la pineta di Las Lajas, a circa 2.050 m di quota, dove abbiamo parcheggiato l’auto. Da lì siamo quindi risaliti fino alla cresta che cinge la caldera, abbiamo fatto la traversata di una parte della cresta e siamo scesi nella caldera nei pressi della Cañada Blanca. Abbiamo quindi attraversato la caldera fino al parcheggio della funicolare, per poi salire sulla Montaña Blanca e da lì al Rifugio Altavista (percorso rosso).
Il giorno successivo siamo partiti dal rifugio e siamo saliti sul picco (percorso verde), per poi scendere di nuovo e tornare nella caldera dall’altra parte del picco, passando vicino al Pico Vjeco, fino a Boca Tauce. Qui, onde evitare qualche chilometro sulla strada, abbiamo fatto autostop fino al parcheggio de Las Lajas (percorso blu).
Non consigliamo sicuramente questo giro a coloro che non sono troppo avvezzi con il trekking, data la lunghezza, il dislivello e anche la difficoltà di alcune parti dei sentieri, che sono a tratti non ben segnati. Soprattutto all’inizio, non è difficile perdersi.
Se siete allenati, non avete problemi a camminare e sapete orientarvi anche senza sentieri chiari, il giro è del tutto fattibile — anche se sicuramente lungo — e vi permetterà di calarvi completamente nella bellezza di questo parco.
■ Trekking nel Parco Nazionale del Teide per raggiungere il Rifugio Altavista
- Distanza totale: 21 km
- Altitudine partenza: 2.112 m
- Altitudine massima: 3.251 m
- Dislivello cumulativo: 1.804 m
Come già detto, questa parte della nostra avventura sul Teide è stata un poco anticonvenzionale, e la gita è piuttosto lunghetta, ma fattibile in particolare se partite presto la mattina e camminate di buon passo. Volendo accorciare si può partire dalla Cañada Blanca e fare solo la seconda parte.
Il punto di partenza per noi è stato l’area picnic di Las Lajas (2.050 m), molto ampia, con parecchi tavoli e barbecue sotto all’ombra di bellissimi pini. Ci sono anche dei bagni. Dall’area di sosta si attraversa la strada e si inizia a salire per una strada forestale che presto si fa sentiero. Data la vegetazione molto scarsa e il sentiero non ben tenuto è necessario prestare attenzione agli omini di sassi per non perdere la traccia.
Dopo qualche centinaio di metri di salita, poco dopo che il bosco di pini si è diradato, ci si trova di fronte la Roque del Almendro (2.500 m), che si costeggia dal lato meridionale andando a destra. Il sentiero porta poco sotto a una sella, da cui si risale sempre andando verso est. Qui noi ci siamo persi per qualche minuto poiché gli omini di sassi sono difficilmente visibili, nascosti in mezzo a tutti quei sassi.
Superato questo punto ci si trova su un sentiero molto chiaro e non ci si può più sbagliare. Il percorso prosegue pianeggiante vicino alla cresta del cratere, attorno ai 2.400-2.500 metri di quota. A noi questa parte è piaciuta moltissimo: si può ammirare il Teide e la caldera proprio di fronte, mentre dall’altro lato l’oceano sconfinato ci a reso l’idea di camminare come in paradiso, sospesi tra le nuvole e il blu del mare. In una bella giornata si ammirano inoltre Gran Canaria, La Gomera e anche El Hierro.
Si passa quindi di fronte a El Sombrero e si prosegue fino a giungere al di sopra della Valle de Ucanca. Qui si scende leggermente e dopo aver fatto un altro tratto in costa si giunge a una forcella. Dalla forcella si scende di circa 250 metri su di una ripida serpentina fino alla Cañada Blanca.
Qui inizia la seconda parte del percorso, che volendo può essere usata come punto di partenza per accorciare il giro. Dal ristorante si imbocca un sentiero che si avvia in direzione della funicolare. Si cammina quindi per circa quattro chilometri su un sentiero pianeggiante, tra la vegetazione che si trova sul fondo della caldera. Il terreno è composto per lo più di ciottoli di leggerissima pomice, cosa che rende la camminata più faticosa del previsto, siccome è un poco come camminare sulla sabbia. Il sentiero evita accuratamente le colate di lava solidificata che con tutte le loro rocce scabrose che renderebbero la camminata un inferno.
Poco prima di arrivare al parcheggio della funicolare c’è la Montaña Majúa, un piccolo colle, che si può aggirare o scavalcare a seconda della vostra pigrizia.
Dal parcheggio della funicolare si deve camminare per circa 700 m sulla strada fino a una curva, siccome in questo punto le colate di lava e l’orografia rendono impossibile qualsiasi altro percorso. A questo punto si risale di circa 170 m dalla Cañada Blanca per trovarsi a 2.320 m. Dalla curva si imbocca il sentiero che sale dritto su per il versante della Montaña Blanca (2.750 m), la nostra prossima meta.
Anche questo sentiero è a tratti poco visibile e mal segnato, inoltre è ripido e si sale tra pomice e rocce delle colate su cui si cammina male. In caso di dubbi, basta semplicemente salire, non ci si può sbagliare più di tanto, prima o poi si arriva in cima.
La Montaña Blanca è un luogo molto suggestivo: la pomice rossastra, unita all’altitudine, dà un poco l’idea di trovarsi su Marte. Qui si trova un incrocio di sentieri ben segnato. La maggior parte della gente sale sul Teide da qui, venendo da Puerto de la Cruz. L’ultimo tratto di circa 500 m di dislivello parte da qui e sale con una bellissima serpentina sul cono vulcanico. Salendo la sera da questo lato si può anche ammirare la famosa ombra triangolare che il Teide produce all’alba e al tramonto. Il Rifugio Altavista si trova su un piccolo pianoro ed è invisibile fino all’ultimo, per cui non scoraggiatevi!
Per ulteriori informazioni sul pernottamento al Rifugio Altavista leggete il post Dormire sul Teide al Rifugio Altavista – Informazioni utili
■ Vedere l’alba dal Teide con partenza dal Rifugio Altavista
- Distanza totale: 3.5 km
- Altitudine partenza: 3.251 m
- Altitudine massima: 3.718 m
- Dislivello cumulativo: 500 m
Per vedere l’alba sul Teide è necessario partire la mattina presto dal rifugio, siccome la salita fino alla cima dura circa un’ora e mezzo. Potete chiedere ai gestori che vi diranno esattamente a che ora partire per poter arrivare in cima in tempo.
Per noi l’orario si è rivelato essere le 5:30 del mattino, ora alla quale siamo usciti dal rifugio. A quest’ora è totalmente buio e quindi è necessaria una torcia o frontalino. C’erano molte altre persone che salivano con noi, sia dal rifugio sia gente salita la mattina da più in basso, quasi una coda di gente. Per qualche verso anche affascinante vedere una colonna illuminata nel mezzo della montagna, dall’altro canto se sperate di vedere le stelle, è quasi impossibile dato che le torce accecano la vista.
Per circa 45 minuti si sale tra rocce nere e scabrose, una colata di lava sulla quale è stato ricavato un percorso a scalini. Giunti alla base del picco dal lato orientale il sentiero si fa tortuoso e più pianeggiante, è questa l’area alla stessa altitudine della stazione alta della funicolare, dove di giorno ci saranno sicuramente molti turisti. Dalla stazione della funicolare iniziano gli ultimi 200 m di dislivello sul picco a cono della montagna. Questo tratto è molto ripido e si iniziano a sentire odori sulfurei dovuti a fumarole sparse un poco ovunque. A quest’ora inizia a farsi chiaro e si iniziano a vedere i dintorni.
La cima è formata da un piccolo cratere ai cui lati si inerpica il sentiero, fino a giungere alla parte più alta della cresta, a 3.718 m di quota. Qui abbiamo assistito a un’alba spettacolare piuttosto ghiacciati, visti l’ora e il vento freddo.
Sono necessari guanti, una giacca abbastanza pesante, berretto e sciarpa per poter assistere all’alba comodamente. Fatto abbastanza divertente è che si trovano fessure nel terreno da cui esce aria calda e sulfurea, dove almeno ci si può scongelare le mani. A causa del freddo e dell’esposizione del luogo è meglio non arrivarci troppo in anticipo.
La discesa e conclusione di questa parte del percorso si svolge a ritroso sul sentiero fino alla stazione della funicolare a 3.500 m.
■ La discesa dal picco del Teide
- Distanza totale: 12.5 km
- Altitudine partenza: 3.511 m
- Altitudine massima: 3.511 m
- Dislivello cumulativo: -1500 m
Partendo dalla stazione della funicolare ci si incammina in direzione ovest. Il primo tratto è un sentiero ricavato tra aguzze rocce nerastre. Dopo pochi minuti si giunge a un osservatorio con dei pannelli informativi, è questo il termine del pianoro che circonda il picco del Teide. Da questo osservatorio si può ammirare il maestoso Pico Viejo, l’esteso cratere secondario del Teide, circa 400 m più in basso.
Il Pico Viejo si staglia sullo sfondo dell’oceano, e per noi questa vista è stata una delle più belle delle Canarie. Dall’osservatorio inizia una discesa di circa mezz’ora, sempre fra lava solidificata di colate laviche. Al mattino fa freddo e il tratto è all’ombra.
Tutto d’un tratto, ormai nelle vicinanze del Pico Viejo, le rocce fanno spazio a un campo abbastanza pianeggiante di pomice, paesaggio marziano molto simile a quello della Montaña Blanca. In questo punto si vede chiaramente coma la colata sia scivolata verso sud lungo il punto più ripido del versante del Teide. Inoltre, abbastanza incredibilmente lo spessore della colata al di sopra della pomice è di una decina metri, cosa che ci ha molto colpiti.
Ci si trova quindi a un bivio. Quelli che hanno lasciato l’auto alla Cañada Blanca possono scendere a valle a tornare direttamente al posteggio. Nel nostro caso, avendo lasciato l’auto molto più lontano, abbiamo optato per il sentiero 28 che prosegue dritto, in modo da scendere fino a Boca Tauce.
Il sentiero passa vicino all’orlo del cratere del Pico Viejo e salire di qualche metro per dare un occhiata dentro è d’obbligo. Il cratere è piuttosto largo — qualche centinaio di metri — ed ha un fondo piatto e non molto profondo, anche se una sezione si infossa molto più del resto del cratere. Il sentiero prosegue aggirando il cratere e ci si ritrova presto su di un versante molto ripido, con vista sulla caldera 1.000 metri più sotto. Siamo ancora a 3.000 m di quota e inizia a esserci un poca di vegetazione. Si continua a scendere sul ripido sentiero.
A circa 2.700 metri il terreno torna improvvisamente privo di vegetazione e si cammina su un ghiaione di colore nero. D’innanzi a noi si trova un altro cratere, assieme a uno minore più in alto, di colore nerastro ma percorso da rivoli di ghiaia giallo-biancastra: è questa la zona delle Narices del Teide, le narici del Teide, altra zona dove in passato sono avvenuti fenomeni vulcanici che hanno dato origine alla colata sottostante. Qui ci sono più sentieri che scendono dalla parte nord della colata invece che da quella sud, dove siamo scesi noi. Siccome attraversare la colata è praticamente impossibile date le asperità del terreno, si può scendere solo da un lato o dall’altro partendo da sopra.
La discesa prosegue ripidissima sul ghiaione nerastro, a tratti più che camminare si salta e slitta tra i sassi che se ne scendono con noi. Il sentiero torna su terreno vegetato, ma sempre molto farinoso, sul quale è difficile camminare. Si giunge infine a una strada sterrata a circa 2.300 m. Si prosegue quindi sulla strada, prestando attenzione a tenere sempre la destra, siccome ci sono alcuni bivi con tratti di strada senza uscita. Il primo tratto scende rapidamente con curve e tornanti, fino a giungere a una collinetta con un cratere al posto della cima. Il secondo tratto si fa più pianeggiante. In prossimità della strada si può infine imboccare il tortuoso sentiero che porta fino all’incrocio di Boca Tauce.
Per tornare al parcheggio di Las Lajas mancano da qui circa cinque km sulla strada. Noi abbiamo fatto autostop per evitare di camminare sulla strada. Per i più temerari, è possibile anche un ritorno a piedi lungo la cresta della Caldera, percorso che implica però molti altri metri di dislivello.
Cosa portare per un trekking di 2 giorni nel Parco nazionale del Teide
Concludiamo con qualche consiglio sulle cose fondamentali da portare per questo trekking di due giorni:
- Vestiario: Nonostante il Teide si trovi a latitudini piuttosto basse, data l’altitudine è possibile trovare una grande varietà di condizioni meteorologiche. È quindi necessario vestirsi a strati e portare vestiti pesanti, specialmente se salite la mattina presto e/o d’inverno. D’inverno è possibile trovare neve sul picco, che può creare problemi. Consigliamo quindi, pochi giorni prima della partenza, di dare un’occhiata alla webcam in modo da avere informazioni in tempo reale sulle condizioni del picco e sull’equipaggiamento da portarsi. Noi siamo stati sul picco all’alba verso le 7:00 ai primi di marzo e a causa del vento ci siamo quasi congelati, nonostante avessimo pile e giacche a vento. Inoltre le condizioni cambiano molto con l’altitudine e già a 2.500 m può fare molto caldo.
- Acqua in abbondanza: Un’altra particolarità è che, essendo le Canarie molto aride, non si trova acqua da nessuna parte all’interno del cratere. Unito al sole e al caldo, significa che è necessario portare con sé molto liquidi. Nel caso di un trekking di due giorni come quello che abbiamo fatto noi, occorre portare acqua per entrambi i giorni.
- Crema solare: Data l’altitudine è anche molto facile scottarsi, soprattutto se venite direttamente dall’inverno nostrano e siete bianchi come i cenci, come abbiamo fatto noi a inizio marzo. Consigliamo quindi di portare una crema ad alta protezione (50+) e un copricapo per proteggersi dal sole.
- Pila o frontalino: Se volete salire la mattina presto sulla cima per vedere l’alba è necessario avere una pila a portata di mano. Ancora meglio è un frontalino da mettere in testa. La salita al buio tra tutti quei sassi altrimenti è un po’ difficoltosa.
Speriamo che questo articolo vi possa aiutare a organizzare il vostro trekking di due giorni per vedere l’alba dalla cima del Teide.
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Sono stata alle Canarie una sola volta, a Fuerteventura e mai a Tenerife che visiterei anche solo per il Teide vista la sua magnificenza! A causa dei miei probemi alle anche non riuscirei a fare il trekking che hai percorso tu ma sicuramente almeno con la funicolare salirei per godermi lo spettacolo che questo vulcano offre!
Esatto, almeno con la funicolare, una visita è davvero un must!
Sono stata in cima al Teide durante la mia vacanza a Tenerife, ma vorrei tanto tornarci ora per poter fare quest’esperienza ammirando l’alba da lassù! Chissà che meraviglia!
Davvero è un’esperienza che vale la pena fare. Se riesci ad organizzarti puoi dedicare due giorni al Teide durante il prossimo viaggio a Tenerife e non te ne pentirai 🙂
Complimenti! La miglior relazione letta finora. Dettagliata e visibilmente fatta con competenze riguardo all’hiking.
Sarebbe possibile chiedervi di passarmi, nel caso l’aveste fatta, la traccia gpx?
Ciao Francesco, grazie mille per il commento, ci fa davvero piacere 🙂 Ti contatto in privato per la traccia gpx. Fammi sapere se farai il trekking e come è andata!
Ciao Maria, ho trovato la tua relazione molto utile, perchè ad aprile l’obiettivo è proprio il Teide! Posso chiederti anche io la traccia gpx?
Ti ringrazio!!!!
Ciao Katyana, grazie mille, ti ho contattata in privato. Buon trekking! Se ti va, facci sapere com’è andata 😀