La seconda tappa del nostro trekking di 5 giorni alla scoperta de La Gomera ci ha fatto camminare lungo percorsi verdi e ricchi di vegetazione. Tra piccoli paesi e palme che costeggiano la strada, passo dopo passo nella nostra esplorazione a piedi dell’isola. In questo post trovate informazioni utili, una descrizione e la mappa del percorso della tappa da Imada ad Arure.
Distanze, altitudini e dislivelli
Distanza totale: 23 km
Altitudine partenza: 900 m
Altitudine massima: 1480 m
Dislivello cumulativo: 1050 m
Informazioni sul percorso
Al nostro risveglio vediamo Imada alla luce del sole per la prima volta: la sera prima eravamo arrivati con il buio. Questo piccolo insediamento è circondato da un paesaggio affascinante, circondato com’è dalle pareti della valle, ma dobbiamo presto lasciarcelo alle spalle. Proseguiamo verso nord iniziando la tappa con una salita, che sarà anche la più significativa della giornata e ci porterà nel punto più alto dell’isola. Distese spoglie punteggiate da qualche palma, pendii e terrazzamenti sono quello che vediamo fino al prossimo paesino che incontriamo: Igualero.
Dopo aver superato il paesino entriamo nel Parco nazionale di Garajonay, che ricopre un’area centrale de La Gomera di circa 40 chilometri quadrati. Dichiarato Patrimonio dell’UNESCO nel 1986 per essere un tesoro ecologico di preservazione della laurisilva. Il giorno precedente avevamo già avuto un veloce assaggio di questa foresta, ma oggi ci trascorriamo più tempo. La parte più alta della foresta si presenta purtroppo come una distesa molto rigogliosa e verdeggiante di arbusti e alberi alti solo 3-5 metri, solcata da molte strade forestali. Nel 2012, infatti, un incendio ha colpito la parte superiore della foresta, bruciandone quasi il 20%. Ci vorranno ancora molti anni perché la foresta ritorni al suo splendore originale.
Attraversando il parco facciamo una pausa all’Alto del Garajonay, il punto più alto dell’isola a 1487 m. Da qui si ha una vista spettacolare di La Gomera ma anche di Tenerife e del vulcano Teide e, in belle giornate anche di La Palma, El Hierro, e Gran Canaria. Qui abbiamo incontrato la più grande quantità di turisti di tutta la vacanza, forse perché si può arrivare piuttosto in alto con la macchina o l’autobus e basta una semplice passeggiata per raggiungere il posto. È comunque un luogo speciale perché sembra quasi di stare sull’olimpo e avere il controllo su tutta l’isola.
Dall’Alto del Garajonay ci attende qualche chilometro di strada forestale e sentieri in discesa, inizialmente tra la vegetazione rinascente e poi in seguito scendendo per dolci valli attraverso un paio di piccoli abitati rurali. Ovunque siamo circondati da aloe, erba, arbusti spinosi e tratti di terra rossastra che si mescolano producendo un paesaggio idilliaco, riempito dai caldi raggi del sole. Ci colpisce il fatto che perfino i fichi d’india sembrano soffrire la mancanza d’acqua.
Il culmine della giornata sono però le bellissime palme che ci accompagnano durante tutto il percorso. Alcune sorgono solitarie, ma più spesso si trovano in piccoli gruppetti. Molte sono in fiore o portano già alcuni strani frutti.
Per pranzo ci fermiamo a Chipude e proviamo un paio di piatti tipici di La Gomera. Iniziamo con la potaje de berros, una minestra molto semplice fatta di crescione d’acqua, una verdura tipica dell’isola che cresce lungo gli scarsi corsi d’acqua. È molto buona e ci idrata, ottima scelta per una giornata di trekking. Insieme alla zuppa ci servono pane e mojo, la salsa delle Canarie a base di olio, aceto, sale e aglio. A seconda dell’aggiunta di prezzemolo o paprika si avrà la variante verde o rossa. Concludiamo con una gustosa fetta di tortilla.
Il caldo nel primo pomeriggio è così forte che appena raggiunto El Cercado, compriamo un’altra bibita fresca! Per fortuna il percorso è piuttosto pianeggiante, anche se intervallato da basse valli. Il paesaggio continua a essere un idillio rurale, fatto per lo più di terrazzamenti. Attraversare questi paesini è una cosa di per sé normalissima ma ripensandoci è stato spettacolare camminare per queste strade vuote, tra edifici spesso trasandati e abbandonati. Quante volte ci siamo chiesti: “Come sarà vivere in quest’isola?”
Case in rovina
Il percorso continua con una discesa che termina in una conca, che in un periodo meno secco ospita un imponente cascata. Siamo difatti al bordo di un precipizio che si inabissa nella valle sottostante per più di 200 metri. Si risale poi fino a Las Hayas, che più che un paese è un agglomerato di case.
Da Las Hayas si prosegue in una dolce valle che, dopo un tratto di bosco e qualche chilometro di dolce discesa, ci porta alla conclusione della nostra seconda tappa ad Arure.
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Bel percorso, bella descrizione e bellissime foto.
Bravi.
Loris
Paesaggio particolare davvero!