The Guest House – La casa per gli ospiti

The Guest House – La casa per gli ospiti

Il post di oggi non sarà un racconto di viaggio o qualche informazione pratica su una destinazione in particolare. Oggi voglio fare una semplice e breve riflessione sul tema dell’accoglienza, condividendo con voi una delle mie poesie preferite, The Guest House. L’autore è Jellaludin Rumi, teologo musulmano e poeta mistico persiano del 1200. Rileggendo la poesia negli scorsi giorni, mi sono sentita improvvisamente ispirata a scrivere questo piccolo articolo e condividerla con voi, insieme a qualche mio pensiero.

Iniziamo dunque con la poesia, della quale trovate sia la versione in lingua inglese, che quella in italiano.

The Guest House
This being human is a guest house.
Every morning a new arrival.

A joy, a depression, a meanness,
some momentary awareness comes
as an unexpected visitor.

Welcome and entertain them all!
Even if they are a crowd of sorrows,
who violently sweep your house
empty of its furniture,
still, treat each guest honorably.
He may be clearing you out
for some new delight.

The dark thought, the shame, the malice.
meet them at the door laughing and invite them in.

Be grateful for whoever comes
because each has been sent
as a guide from beyond.

— Jellaludin Rumi

La casa per gli ospiti
Questo essere umani è come una casa per gli ospiti.
Ogni mattino c’è un nuovo arrivo.

Una gioia, una tristezza, una cattiveria,
una momentanea consapevolezza
arriva come un ospite inatteso.

Accoglili, e intrattienili tutti!
Anche se sono una folla di dolori,
che violentemente spazza via dalla tua casa ogni mobilio,
tratta ogni ospite con rispetto, comunque.
Forse sta facendo spazio
per prepararti a qualche nuova gioia.

Il pensiero oscuro, la vergogna, la malizia.
Incontrali sulla porta sorridendo e invitali a entrare.

Sii grato per chiunque arrivi,
perché ciascun ospite ti è stato mandato
come guida dall’aldilà.

— Jellaludin Rumi

Riflessioni sulla poesia La casa per gli ospiti

Questa poesia mi ha colpito particolarmente quando la ho letta la prima volta. Non solo dona un grande insegnamento di vita, ma conclude con un consiglio di straordinaria saggezza. Ho deciso di pubblicare questo post nella categoria consigli di viaggio proprio per questo.

Mi piace molto la metafora della “casa per gli ospiti”. Credo renda perfettamente l’idea di quanto varia e colorata sia la nostra esistenza di esseri umani. Chiunque abbia pernottato in un ostello sa quante persone si possono incontrare e quanti discorsi è possibile iniziare. Tra gli ospiti ce ne sono di molto simpatici, che ci offriranno un sorriso, la loro compagnia o il loro aiuto. Altri ignoreranno la nostra presenza o i nostri sforzi di iniziare una conversazione. Alcuni ci tratteranno con noncuranza o addirittura con mancanza di rispetto.

Quando siamo ospiti in quell’ostello, però, non dobbiamo per forza interagire con gli altri. Quello che la poesia mi trasmette, è il fatto di non essere soltanto ospite in quell’ostello, ma anche la persona che ospita. Noi siamo l’ostello. Le nostre porte sono aperte a tutti, ogni giorno arriverà qualcuno, qualche ospite è inaspettato. Sta a noi accoglierlo.

Foto di un cartello su una porta con scritto "open".

Credo che tutti dovrebbero viaggiare portando con sé le parole della poesia e applicandole a quello che si incontra lungo la strada. Non solo accettando gli incontri che si fanno, ma accogliendoli. Quando le nostre porte o le nostre braccia sono aperte all’accoglienza, tutti possono entrare, anche ospiti sgraditi. Spetta a noi decidere se rimandarli fuori o trattarli come una guida o un insegnante.

Non voglio aggiungere altro, la poesia parla da sola a ognuno di noi.

Concludo ponendo due domande: quale insegnamento traete voi da questa poesia, contemplandola sotto l’ottica del viaggio? Vi è mai capitato di vivere un’esperienza toccante e di insegnamento durante uno dei vostri viaggi?

Se avete qualcosa da raccontare, scrivetelo in un commento. Sarebbe bello creare una piccola discussione sotto questo post, nella quale scambiarsi le proprie esperienze. Vi aspetto numerosi!


3 thoughts on “The Guest House – La casa per gli ospiti”

  • A me sembra una poesia che fa riflettere sul proprio stato d’animo.
    Sui propri pensieri.
    Ed è per quello che mi dico: “la mente non è fatta per pensare…” :-))
    Ho paura di cadere in un buco… 😐

    Loris

  • Non conoscevo questa poesia ma la trovo meravigliosa. Io quando viaggio provo sempre diverse opzioni e in questi viaggi mi sono trovata anche a vivere l’esperienza degli ostelli e delle guest house. Ed è proprio in quei momenti che ho conosciuto persone stupende, sia compagni di viaggio che proprietari delle case che hanno reso ogni viaggio unico e meraviglioso!

    • Ciao Simona, mi fa piacere ti piaccia la poesia. Grazie per aver raccontato la tua esperienza 🙂 Anche a me piace instaurare un rapporto con le persone che incontro durante i miei viaggi! 🙂

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